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al testo di Ivan Pozzoni
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Perché, Kundera ti ha resa immortale diversamente da come ti renderanno immortale alzarti ogni mattina al freddo indifferente delle 05.30, correre, nodo alla gola, tra le braccia di un amore, affittar le setole ai tergicristalli di un’utilitaria acquistata a rate, dribblare la morte seduta, da sola, al tavolo di un ristorante cinese, cambiar batterie ad un vibratore, tre velocità d’uso, dar croccantini al cane, al gatto, alla scimmia o a un fidanzato, urlare che sei stanca di una vita senz’arte o di un’arte senza vita?
La letteratura non rende immortali, e, a volte, ammorba mortalmente i mortali di noia da vita.
Perché, Kundera ti ha resa immortale diversamente da come ti renderanno immortale sei mesi infiniti di speranze chemioterapiche, l’aver fissato nel cuore occhi di bimbo in attesa, scarabocchiare inutili versi bevendo vodke siberiane, le lacrime soffocate nella nostalgia di Karlsbad, scegliere il rossetto adatto da baciare, attraversare le sbarre abbassate di un passaggio a livello, maledire la tua bellezza in cambio di sguardi sinceri?
Nesmrtelnost è affrontare i pugni dei destini degli spreads è immigrare stipati come bestie su camions frigoriferi è scavare i fossi dei condannati a morte è lavorar nei call centers con una laurea in lingua morta è commettere abigeato su esseri umani riuniti in branco è buttar bombe carta su topi da biblioteca, to je nesmrtelnost.
Kundera ti ha resa immortale?
[Il Guastatore, 2012] |
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